L’ISEE è un fattore determinante per poter accedere alla maggior parte dei sussidi statali, regionali e comunali. Vediamo entro quando bisogna rinnovarlo per non perdere le agevolazioni.
Anno nuovo e vita nuova? Per qualcuno sì e per altri no ma, anche se la vita non dovesse cambiare, in ogni caso sempre meglio procedere con il rinnovo dell’ISEE, l’indicatore equivalente della nostra situazione economica. Infatti esso rappresenta un fattore determinante per avere diritto alla maggior parte dei bonus.
Ci sono aiuti per i quali non si può nemmeno fare richiesta senza un Isee aggiornato come, ad esempio, l’Assegno d’Inclusione, il Supporto Formazione e Lavoro ma anche la Carta Dedicata a Te e la Carta Acquisti. Di altri sussidi si può fruire ugualmente ma se non si presenta l’Isee si avrà diritto solo all’importo base: è questo il caso dell’Assegno Unico. Dunque la cosa migliore è sempre affrettarsi a rinnovare questo indicatore.
L’Isee tiene conto non solo del reddito familiare complessivo ma anche dei nostri beni immobili e mobili. Si ricorda che da quest’anno non devono essere più inclusi nel calcolo i titoli di Stato, i buoni fruttiferi e i libretti postali fino a 50.000 euro. Ma c’è una data precisa entro cui rinnovarlo? Sì: è bene procedere al rinnovo entro una data specifica altrimenti si rischia di perdere un mucchio di bonus a cui si avrebbe diritto.
L’anno nuovo è sempre più vicino e occorre fare una cosa importantissima: rinnovare l’ISEE. Chi non lo farà rischia di perdere una marea di bonus e agevolazioni che gli spetterebbero.
Anche qualora la vostra situazione reddituale e patrimoniale non fosse cambiata negli ultimi due anni, resta comunque necessario rinnovare l’ISEE. Si può procedere da soli accedendo al portale dell’INPS tramite Spid o Carta d’Identità Elettronica oppure ci si può fare aiutare dal Caf. La cosa migliore è rinnovarlo entro il 31 gennaio in modo da poter fruire di tutti i bonus messi in campo. Per rinnovare l’ISEE è necessario presentare i seguenti documenti:
Nel caso di famiglie che vivono in affitto è necessario anche presentare il contratto di locazione registrato. In caso di componenti della famiglia con invalidità è necessario presentare le certificazioni e, nel caso, di assegni di mantenimento percepiti o corrisposti occorre presentare anche quelli sempre riferiti all’anno 2024. Sul fronte del patrimonio immobiliare, il Governo, per il 2026, ha introdotto una bella novità: la prima casa non andrà inserita fino ad un valore catastale di 91.500 euro che potrà aumentare di 2500 euro per ogni figlio convivente successivo al primo.
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