L’esigenza di organizzare il lavoro per ottenere risultati di maggiore qualità si sta facendo sempre più pressante ai giorni nostri in cui la struttura aziendale non è più quella tradizionale: ecco alcuni consigli per lavorare meno ed essere maggiormente soddisfatti di ciò che si fa.
In Italia abbiamo una dedizione al lavoro che è probabilmente superiore a quella di altri Paesi. Contrariamente a quanto emerge dall’opinione pubblica, l’italiano è abituato a lavorare più tempo del necessario, a sobbarcarsi carichi che vanno oltre alle proprie mansioni e oltre gli orari stabiliti da contratto per mostrare buona volontà, rendersi più utile all’azienda.
Questa disponibilità, frutto di una situazione lavorativa che non consente grandi possibilità di scelta né occasioni di valorizzazione delle capacità, viene scambiata come uno standard dai datori di lavoro che pretendono sempre maggiore impegno dai dipendenti e che valutano quelli non disposti ad andare oltre come degli sfaticati.
Se per la produzione industriale il sovraccarico di lavoro è spesso e volentieri un danno per i dipendenti ma un benefit per l’azienda, in altri lavori e in altri settori questo beneficio non esiste. Ancor di più per quelle tipologie di mansioni che richiedono un lavoro al computer che può essere effettuato sia in ufficio che in remoto da casa.
Lavorare da remoto può rappresentare una comodità per il dipendente, ma spesso si trasforma in una trappola. Non avendo orari d’ufficio e mansioni ben delimitate dalla strutturazione del team in sede fisica, il lavoratore “smart” spesso si prende in carico maggiore lavoro rispetto a quello che prenderebbe in un ufficio e tende a superare spesso le ore lavorative tradizionali per portarlo a termine.
Tale abitudine è spesso legata ad una cattiva organizzazione del tempo personale, ma anche ad una cattiva gestione delle relazioni tra i vari membri che compongono un team. Questi due fenomeni sono effetto dell’incapacità gestionale del manager, il quale non ha contezza delle esigenze dei sottoposti e non si rende conto che spingere sull’acceleratore porta ad un sovraccarico del dipendente che spesso si traduce in un lavoro realizzato male o non in modo ottimale.
Il primo passo che bisogna compiere per migliorare la qualità del lavoro è quello di comprendere bene come vada organizzato il tempo a disposizione. Ciascun individuo deve comprendere le tempistiche necessarie allo sviluppo di una mansione e dedicarsi principalmente ad essa.
Fino a poco tempo fa essere “multitasking” era considerata una skill necessaria per determinati tipi di lavoro, ma svolgere più compiti contemporaneamente non è quasi mai un vantaggio né per il lavoratore né tantomeno per l’azienda. Il doversi dividere tra più compiti infatti fa sì che nessuno di questi venga compiuto nel migliore dei modi.
Una volta presa consapevolezza del proprio ruolo principale e del tempo necessario per svolgere un compito è necessario dialogare con tutti i componenti del team. L’organizzazione del lavoro migliora in base al numero di componenti del team disponibili al dialogo e alla collaborazione ed è dunque fondamentale che chi gestisce il gruppo favorisca questa naturale collaborazione.
Solo quando questa connessione è stabile e costruttiva, ciascun elemento del team ha la possibilità di svolgere la propria mansione nella maniera più efficiente possibile, senza la necessità di doversi sobbarcare carichi di lavoro eccessivi rispetto alle proprie disponibilità di tempo. In questo modo i lavoratori sono soddisfatti di quanto compiuto e giorno dopo giorno daranno il massimo per offrire il massimo risultato.
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